di Armando Ruggiero

Bianca Versienti, 18enne barese vincitrice di "InediTo": «Scrittura rifugio per i miei pensieri»
BARI - «Non mi sono mai sentita troppo diversa dai miei coetanei, anche se il “pensare tanto” è un qualcosa che mi ha sempre caratterizzato e che è sfociato, fortunatamente, nella scrittura». Parole della 18enne barese Bianca Versienti (nella foto), vincitrice nel 2022 del prestigioso concorso letterario “InediTo” di Torino (sezione Young) con il suo romanzo d’esordio "La strada dei pini d'inchiostro".Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Abbiamo deciso di intervistare la giovanissima scrittrice sia per conoscere meglio la sua storia, sia per capire che cosa ci sia dietro il suo particolare successo. In un recente articolo abbiamo infatti denunciato come negli ultimi anni siano drasticamente diminuite le proposte editoriali derivanti da parte di under 30. Sono di fatto sempre meno i ragazzi che scrivono storie e romanzi, troppo distratti ormai da smartphone e social network, i quali sono andati di fatto a sostituirsi a quella che era la “pratica” del racconto quotidiano.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Bianca rappresenta quindi l’eccezione alla regola.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Da dove nasce la tua passione per la scrittura?

Scrivere ha sempre fatto parte del mio quotidiano. Ho cominciato a farlo da piccolissima con mia sorella, di 3 anni più grande, con cui componevo "sceneggiature" che poi mettevo in scena a casa. Crescendo ho cominciato a scrivere per me stessa: rappresentava un modo per dare forma ai miei mille pensieri che non sono mai riuscita a tenere dentro di me. Poi in terza media subii la perdita di una mia cara amica, un evento che mi segnò particolarmente. La nostra scuola, l’Amedeo d’Aosta, per l’occasione organizzò una gara di scrittura in suo onore a cui io partecipai mettendo su carta i miei ricordi con lei. Vinsi il concorso e gettai probabilmente il seme per il mio primo romanzo, perché “La strada dei pini d’inchiostro” ruota attorno al personaggio di Lily, che nella mia mente rappresenta proprio la mia compagna scomparsa.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Parliamo del tuo libro.

L’idea di scriverlo è nata verso la fine del 2019. Racconta di una perdita, ma di chi si trova a convivere con essa. E’ la storia di un gruppo di adolescenti che si appresta a vivere le prime emozioni, i primi scossoni, a prendere le prime decisioni. Tra i protagonisti oltre a Lily c’è anche Kristine, che un po’ mi assomiglia. E’ ritardataria, le piace pattinare (io sono un’atleta agonista), ma è anche molto matura per la sua età. I suoi amici poi ricordano i miei e anche le ambientazioni richiamano i posti del cuore che frequento d’estate.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nel romanzo hai quindi parlato del mondo che conosci. In un nostro articolo abbiamo invece denunciato l’attuale incapacità dei giovani di “raccontarsi”: ormai si demanda tutto lo storytelling della propria vita alla superficialità di una “storia” su Instagram. Tu che ne pensi a riguardo?


I social non vanno demonizzati, perché creano occasioni e se usati bene possono anche rappresentare una fonte di ispirazione. Però è innegabile che ci sia un abuso generale dei cellulari che spesso vanno a disturbare la nostra quotidianità. Per quanto mi riguarda nulla può comunque distrarmi dalla scrittura, che ha sempre fatto parte di me. Come detto rappresenta un rifugio per i miei pensieri e riesce a farmi comprendere ciò che veramente sono. Lo scrivere porta consapevolezza di sè.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Rimani comunque una ragazza démodé: anche il tuo libro è ambientato in un’epoca passata…

Sì, la storia si svolge tra il 1999 e il 2000, quando gli smartphone non esistevano e la vita scorreva più lenta. Si tratta di un’epoca che avrei voluto vivere. Del resto amo gruppi musicali di quel periodo come Oasis e Red Hot Chili Peppers, ma mi piacciono anche le serie tv degli anni 90: hanno un qualcosa di nostalgico, che mi attrae.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Quali sono invece i tuoi modelli letterari?

C’è da citare in primis Virginia Wolf e il suo “Gita al faro”. Il mio libro si apre proprio con una citazione di questo romanzo. La figura del faro nello scritto è infatti preponderante e caratterizza le vicende di molti dei protagonisti. Amo poi molto il romanzo di formazione, ma anche quello d’amore, che si esplica in autori come John Green e Nicholas Sparks. Senza dimenticare i classici e i testi filosofici.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Ti aspettavi un riconoscimento della critica per il tuo lavoro?

Onestamente no, considerando che il romanzo nemmeno era stato pubblicato. Lo avevo infatti terminato il 31 dicembre 2020, quando avevo 16 anni. Ma nonostante lo avessi inviato a tante case editrici come Rizzoli e Mondadori, non avevo mai ottenuto risposta. Così, spinta soprattutto da mia madre, decisi di partecipare al Concorso InediTo. Ho inviato il manoscritto per posta e, dopo qualche tempo, è stata organizzata una diretta live su Facebook dove venivano annunciati i nomi dei finalisti. Tra di loro c’ero io. La finalissima si è tenuta a Torino nel maggio 2022, dove sono risultata vincitrice assieme ad altri due ragazzi. E dopo un paio di mesi dalla vittoria, una casa editrice barese, “Radici future”, mi ha contattato chiedendomi di inviar loro il manoscritto. Che hanno deciso di pubblicare nel marzo di quest’anno.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)

Nel futuro ti vedi scrittrice professionista?

Non so. Intanto devo diplomarmi: frequento il quinto anno al liceo classico “Orazio Flacco” e mi sto apprestando alla maturità. Poi in effetti starei già lavorando a un secondo romanzo, che però non so se pubblicherò. Ciò che voglio realmente è iscrivermi alla facoltà di disegno industriale di Bari. Mi piacerebbe infatti lavorare nell’ambito del design e, se possibile, scrivere per riviste di settore, rimanendo così nell’ambito della comunicazione.


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